Maciste nella gabbia dei leoni
(1926) Regia: Guido Brignone –
Fotografia: Massimo Terzano, Anchise Brizzi –
Produzione: Fert-Pittaluga, Torino –
Lunghezza originale: 2393 m –
Lunghezza copia: 2100 m –
Didascalie: italiano –
Visto censura: 22390 del 31/1/1926 –
Prima Visione Romana: 10/02/1926 –
Interpreti e personaggi: Bartolomeo Pagano (Maciste), Elena Sangro (Sarah, la cavallerizza), Franz Sala (Strasser), Mimy Dovia (Seida), Umberto Guerracino (Sullivan), Vittorio Bianchi (Karl Pommer), Alberto Collo (Giorgio Pommer), Giuseppe Brignone (il vecchio clown/the old clown) e la troupe del circo Pommer/Circus Pommer’s crew.
Il film:
Nuovo capitolo delle serie Maciste, un melodramma circense che punta sul fascino delle scenografie barocche e sull’affiatamento tra gli interpreti, siano debuttanti o stimati caratteristi. Sfida di fascino tra due opposti modelli femminili: meglio la grinta un po’ infantile della giovane Mimí Dovia o l’algida Eleganza di Elena Sangro, tanto affascinante da spingere D’Annunzio a dedicarle il carme intolato Alla piacente?
Il restauro:
Restauro realizzato a partire dalla Fondazione Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino a partire da due copie nitrato positive colorate ritrovate presso la Fundação Cinemateca Brasileira di San Paulo e ora conservate a Bologna. Il testo delle didascalie italiane è stato ricavato dal visto di censura e dagli elenchi didascalie conservati dal Museo di Torino; la grafica dei cartelli, delle didascalie e degli inserti sono stati ricostruiti grazie all’analisi delle copie e delle didascalie su lastra dei film Fert prodotti nello stesso periodo. Le didascalie non presenti nelle copie portoghesi sono state inserite in base alla diegesi, all’analisi dei dialoghi e alle caratteristiche fisiche delle pellicole (tracce di giunte interne all’inquadratura). Il confronto tra le copie e i materiali di produzione ha permesso di individuare lacune e alcuni piccoli errori di montaggio. Sono stati stampati un controtipo negativo e una copia positiva colorata con il metodo Desmet.
Il restauro eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna nel 2007.