Feroce Saladino, Il (1937)

Regia: Mario Bonnard – Soggetto: Ettore Maria Margadonna, Gino Rocca – Sceneggiatura: Ettore Maria Margadonna, Mario Bonnard – Montaggio: Eraldo Da Roma - Fotografia: Carlo Montuori – Scenografia: Alfredo Montori - Musiche: Giulio Bonnard – Arredamento: Mario Rappini – Costumi: Casa Lola - Produzione: Consorzio I.C.A.R. - Industrie Cinematografiche Artistiche Romane / Produzione Capitani Film  - Origine: Italia - Durata: 75'

 

Interpreti e personaggi: Angelo Musco (Pompeo Darly), Rosina Anselmi (Amalia Darly), Mario Mazza (L’acrobata Johnson), Alida Valli (Dora Florida/La bella Sulamita), Lino Carenzio (Gastone, il fine dicitore), Maria Donati (Ivonne), Nicola Maldacea (il ciambellano), Nino Marchesini (Commendator Fani), Luigi Zerbinati (Segretario di Fani), Carlo Duse (il regista), Checco Durante (il direttore del teatro Vittoria), Alberto Sordi (l’uomo nascosto sotto il costume da leone), Elli Pardo [Elli Parvo] (l’attrice truccata da orientale), Giuliana Gianni (una ballerina), Pina Renzi, Rocco D’Assunta, Giovanni Barrella, Elio Marcuzzo, Natalino Otto



Il film:

Pompeo Darly è un illusionista, giunto al termine della propria carriera, che si esibisce nei teatri con scarso successo. Conosce Dora, un’aspirante cantante, e decide di aiutarla a calcare le scene. Rimasto ormai senza lavoro Pompeo accetta di fare il venditore di caramelle e dolciumi nel teatro. Tra le confezioni di cioccolato in vendita, il pubblico trova il “Feroce Saladino”, una rarissima figurina del concorso Perugina-Buitoni che alla meta degli anni Trenta ebbe un grande successo di massa nell’Italia fascista. Lo scompiglio e l’entusiasmo provocato dalla scoperta delle figurine ispirerà a Pompeo l’idea di una rivista teatrale incentrata sulla figura del Saladino, in cui Dora interpreterà la bella Sulamita.

 

«Una delle figurine rarissime, delle molte che non si riuscivano a trovare era giusto quella rappresentante “il feroce Saladino”. Per ottenerla, si facevano scambi incredibili. A Roma, in via dell’Umiltà, s’era persino aperta una bottega detta “La Borsa delle figurine” dove, a un certo prezzo, si potevano acquistare quelle desiderate e necessarie. Intervenne il governo a interrompere il gioco [...]. Per la generazione che visse quei due anni di follia, il “feroce Saladino”rimase un ricordo incancellabile.»

 

Fabrizio Gabella citato in Lorenzo Pellizzari, Tutti a caccia del Feroce Saladino, in Angelo Musco e Alida Valli in Il feroce Saladino di Mario Bonnard, Torino, Museo Nazionale del Cinema, 2006

 

Il restauro:

Per il restauro de Il feroce Saladino è stata impiegata la tecnologia digitale e analogica, nel rispetto dei materiali utilizzati. Dalla copia positiva su supporto nitrato, conservata presso gli archivi della Fondazione Cineteca Italiana, è stato stampato un controtipo di conservazione che è stato successivamente acquisito e lavorato in digitale per il restauro dell'immagine e del suono dal laboratorio l’Immagine Ritrovata di Bologna.  

Restauro realizzato in collaborazione dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, Jaeger Le Coultre, La Biennale di Venezia, Provincia di Milano – Settore Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

 

Il restauro, eseguito nel 2006, è stato presentato in anteprima alla 63° Mostra del cinema di Venezia in occasione della rassegna Storia segreta del cinema italiano.

 




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