Classe operaia va in paradiso, La (1971)

Regia: Elio Petri - Soggetto e sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro - Fotografia (Eastmancolor): Luigi Kuveiller - Montaggio: Ruggero Mastroianni - Fonico: Mario Bramonti - Scenografia: Dante Ferretti - Aiuti regista: Antonio Gabrielli, Franco Longo - Operatore: Ubaldo Terzano - Costumi: Franco Carretti - Arredatore: Carlo Gervasi - Consigliere sindacale: Mario Bartolini - Assistente ai fuochi: Antonio Annunziata - Capo elettricista: Sergio Coletta - Capo macchinista: Sergio Emidi - Organizzazione generale: Claudio Mancini - Musiche originali: Ennio Morricone (dirette da Bruno Nicolai)- Produzione: Euro International Films - Produttore Esecutivo: Ugo Tucci – Premi: Palma d’oro al festival di Cannes nel 1972 – Origine: Italia - Durata: 110’

 

Interpreti: Gian Maria Volonté (Lulù Massa), Mariangela Melato (Lidia), Mietta Albertini (Adalgisa), Salvo Randone (Militina), Gino Pernice (il Sindacalista), Renata Zamengo (Maria), Luigi Diberti (Bassi), Donato Castellaneta (Marx), Giuseppe Fortis (Valli), Corrado Solari, Ezio Marano (il cronometrista), Adriano Amidei Migliano (il tecnico), Federico Scrobogna (Arturo), Antonio Mangano, Lorenzo Magnolia, Guerrino Crivello, Albero Fogliani, Carla Mancini, Orazio Stracuzzi, Marisa Rossi, Renzo Varallo, Eugenio Fatti, Flavio Bucci, Luigi Uzzo, Giovanni Bignamini.



Il film:

«Jean-Marie Straub, al festival di Porretta Terme, parlando della Classe operaia, disse che film così vanno bruciati. Io raccontai quella che era la storia di tutti, di come in questa società non si possa vivere che nell’alienazione. Il rapporto del tempo esistenziale con quello produttivo, in un operaio, è evidentemente il lato più drammatico della sua giornata, e io mi occupai sopratutto di quello.»

 

[Elio Petri, in Paola Pegoraro Petri (a cura di), Lucidità inquieta. Il cinema di Elio Petri, Museo Nazionale del Cinema, Torino 2007, p. 112]

 

Il restauro:

Copia ristampata presso il laboratorio di Cinecittà a partire da un reversal della Cineteca Nazionale. Il negativo originale del film infatti non è stato ritrovato e per l'avvio del restauro si è utilizzato un "duplicato negativo" realizzato secondo un procedimento tecnico, oggi in disuso, che consentiva di risparmiare un passaggio stampando dal negativo originale direttamente su pellicola invertibile. Il materiale che ne risulta, pur avendo una definizione sufficientemente buona, presenta spesso fluttuazioni di colore e doppie dominanti che tendono ad alterare il cromatismo originale. Oggi si può tentare di recuperare il tono e la densità originarie del colore con interventi in digitale. 

La copia ristampata è stata presentata nel 2008 in occasione della 26° edizione del Torino Film Festival.

Il restauro conservativo è stato realizzato in collaborazione dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, dalla Cineteca Nazionale di Roma e dal Gruppo Editoriale Minerva Rarovideo, con la supervisione del direttore della fotografia Luigi Kuveiller.

 

La preservazione del film si inserisce in un progetto di valorizzazione dell’opera di Petri che comprende la catalogazione e la diffusione dei materiali dell’archivio del regista, donato dalla moglie Paola al Museo Nazionale del Cinema nel 2007. 


Il Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo ha pubblicato in DVD l’edizione del film restaurato.

 



indietro
In dettaglio
Vedi anche