Signora dalle camelie, La
(1915) Regia: Gustavo Serena –
Fotografia: Alberto G. Carta –
Produzione: Caesar Film, Roma –
Lunghezza originale: 1800 m –
Lunghezza copia: 1075 m –
Didascalie: italiano –
Visto censura: 10288 del 19/8/1915 –
Prima Visione Romana: 19/08/1915 –
Interpreti e personaggi: Francesca Bertini (Margherita Gauthier), Gustavo Serena (Armando Duval), Olaga Benetti (Madame Duvernoy), Carlo Benetti, Camillo De Riso, Antonio Cruicchi (Duval padre/father), Tina Ceccacci
Il film:
«Cimentarsi col personaggio di Margherita Gauthier, sul teatro di posa, è sempre stato il sogno di tutte le nostre attrici drammatiche più quotate, perché la sua odissea offre campo alle più svariate manifestazioni della propria capacità, ed il superare una tal prova ha sempre significato una delle più belle affermazioni d'arte. [...] In cinematografo, ora è venuta la volta di una fra le nostre primissime attrici: la Bertini.»
[La Vita Cinematografica, Torino, 1915]
Il restauro:
Restauro promosso dall’Associazione Philip Morris Progetto Cinema in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Filmoteca Española di Madrid e la Cineteca di Tolosa, a partire da una copia 35mm di 874 m del Museo di Torino proveniente dagli archivi della Filmoteca Española e da una copia 16 mm in pessime condizioni della Cineteca di Tolosa, entrambe con didascalie spagnole. Malgrado la qualità molto mediocre dei materiali di partenza si è deciso di procedere alla collazione delle copie, integrando la copia 35mm con sequenze dalla copia 16 mm; la comparazione ha permesso di reintegrare e rendere più chiari passaggi narrativi oscuri. Le didascalie italiane sono state ricostruite utilizzando font e sfondo originale del 1915. il lavoro di laboratorio è stato particolarmente complesso, ha cercato di restituire fissità all’immagine, correggere le illuminazioni quando la stampa è troppo scura, omogeneizzare la qualità di stampa dalle due copie.
L’intervento è stato realizzato nel 1992 presso il laboratorio Image Creations di Amsterdam e il laboratorio Bruno Favo di Torino.