Nerone
(1909) Regia: Luigi Maggi, Arturo Ambrosio –
Fotografia: Giovanni Vitrotti –
Produzione: Società Anonima Ambrosio, Torino –
Lunghezza originale: 338m –
Didascalie: italiano –
Visto censura: n. 5973 del 26.12.1914 –
Interpreti e personaggi: Alberto Capozzi (Nerone / Nero), Lydia De Roberti (Poppea / Poppaea), Mirra Principi (Ottavia), Luigi Maggi (Epafrodito), Dirce Marella (ancella di Ottavia / handmaid of Ottavia), Ernesto Vaser (senatore / senator; uomo del popolo / a man of the people), Ercole Vaser (spione / spy), Serafino Vité, Leo Ragusi (uomini del popolo / men of the people), Paolo Azzurri (senatore / senator)
Il film:
La vita dell’imperatore Nerone, a partire dall’incontro con la bella e dissoluta Poppea, adocchiata per strada e accompagnata direttamente dai locali della Suburra agli splendori del palazzo, in spregio ai benpensanti e alla legittima moglie Ottavia, pugnalata solo per aver espresso il proprio disappunto in maniera troppo energica. Nel film proprio questo assassinio appare la causa scatenante di una rivolta popolare che Nerone penserà bene di placare dando ordine di incendiare Roma. Allo spaventoso rogo assisterà suonando la lira, abbracciato a Poppea. Nel finale, perseguitato dai sensi di colpa, Nerone è costretto alla fuga e, raggiunto dai nemici, viene al suicidato dal fedele Epafrodite che intende così sottrarlo al disonore e a una morte ancor più ignomignosa.
Un film importante nello sviluppo del cinema muto italiano, sia per la sua capacità di sintesi narrativa, sia per l’efficacia del lavoro scenografico realizzato da Decoroso Bonifanti e dalle maestranze Ambrosio. La chiave di lettura scelta per rendere conto della vita del sanguinario imperatore romano è quella dell’amor fou: delitti, disastri e la stessa caduta di Nerone vengono presentate come dirette conseguenze della passione distruttiva che unisce la diabolica coppia imperiale. Nel finale, tuttavia, senza apparenti ragioni Poppea scompare. Nerone muore accompagnato solo da Epafrodite e della grande passione che ha incendiato la città eterna rimane solo cenere.
Il restauro:
Il restauro di Nerone è stato realiazzato da Fondazione Cineteca di Bologna, Museo Nazionale del Cinema di Torino e Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma a partire da un positivo nitrato imbibito con didascalie italiane conservato presso la Cineteca di Bologna, da un positivo nitrato imbibito con didascalie olandesi conservato presso EYE Film Institute Netherlands (Collezione Desmet), integrati con un controtipo negativo safety con didascalie italiane, conservato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, e un 16 mm positivo bianco e nero conservato da Deutsche Kinemathek – Museums für Film und Fernsehen.
L’ordine di montaggio e l’inserimento delle didascalie sono stati verificati sulla base della documentazione conservata da Museo Nazionale del Cinema di Torino. Si ringraziano per la collaborazione alle ricerche Lobster Films e Cineteca Bruno Boschetto di Torino.
I materiali di partenza sono stati scansionati in 4K e restaurati digitalmente in 2K. Della versione restaurata sono state realizzate copie per la proiezione digitale e stampati controtipo di conservazione e copie 35 mm Desmetcolor.
La lavorazione è stata realizzata dal laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2018.