Lampada della nonna, La (1913)
Regia: Luigi Maggi – Fotografia: Giovanni Vitrotti – Produzione: Società Anonima Ambrosio, Torino – Lunghezza originale: 876m – Didascalie: tedesco – Visto censura: n. 289 1.12.1913 –

Interpreti e personaggi: Fernanda Negri-Pouget (la nonna – la ragazza/Grandmother – Girl), Eugenia Tettoni Fiorio (la giovane madre/Young Mother), Anna Crosetti (il bambino più grande/Oldest boy) Maria Bay (la bambina più piccola/Oldest girl), Umberto Scalpellini (lo zio curato/Parish priest), Luigi Chiesa (il tenente Carlo/Carlo, the lieutenant), Luciano Manara (Zufolo), Mario Voller Buzzi (un ufficiale dei Bersaglieri/Bersaglieri Officier), Annetta Ripamonti (la perpetua del curato/Priest's housekeeper), Oreste Grandi (un ufficiale austriaco/Austrian officier)

Il film:

I nipotini vogliono fare una sorpresa alla nonna sostituendo la sua vecchia lampada a petrolio con un più moderno modello elettrico. Il cambio però non viene apprezzato. Il film è un lungo flash back volto a spiegare il perché. C’è di mezzo la storia d’amore patriottica tra la nonna ancora ragazza e quello che sarà il suo futuro marito, prestante ufficiale italiano della guerra risorgimentale. Nel paese occupato dagli austriaci, la giovane patriota e l’ufficiale ferito sapranno dare coraggiosamente il segnale di attacco alle truppe italiane, accendendo sul campanile del paese proprio quella lampada che ora la nonna custodisce gelosamente.

Una efficace variazione sul tema del film risorgimentale all’epoca di moda. Richiamando il plot già messo in scena due anni prima con successo in Nozze d’oro (1911)*, Maggi allunga il metraggio, moltiplica i personaggi e concede al dramma parentesi di comicità, affidate soprattutto all’interpretazione di Luciano Manara che nei panni dell’attendente Zufolo ruba in più occasioni la scena ai protagonisti.

 

*[http://www2.museocinema.it/restauri/muti_restaurati.php?id=126&l=it]


Il restauro:

La lampada della nonna è stato restaurato da Fondazione Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema di Torino a partire da una copia nitrato imbibita, con didascalie tedesche, conservata dal BFI - National Archive nella collezione Joye. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2018.

 



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