Fiaccola sotto il moggio, La (1916)
Regia: Eleuterio Rodolfi – Produzione: Società Anonima Ambrosio, Torino – Lunghezza originale: 1085m – Lunghezza copia: 625m – Didascalie: italiano – Visto censura: n. 12028 del 21/09/1916 – Prima Visione Romana: 01/03/1917 –

Interpreti e personaggi: Elena Makowska (Angizia), Umberto Mozzato (Tibaldo di Sangro), Linda Pini (la prima moglie/the first wife ), Anna De Marco (Gigliola), Empedocle Zambuto (Bertrando, il fratellastro/the half-brother), Mary Cléo Tarlarini (la madre/the mother), Filippo Butera (il serparo/the snake charmer), Ersilia Scalpellini (una nutrice/a nurturer), Umberto Scalpellini (capo dei manovali/Laborer Chief)

Il film:

La tragedia della casata di Sangro, nobile famiglia decaduta, si svolge in Abruzzo nella prima metà dell’Ottocento tra le mura di un castello dal passato splendore ormai divenuto “vetusto, consunto, corroso, fenduto, coperto di polvere, condannato a perire”. L’adattamento cinematografico è fedele ai contenuti del testo ma li propone in una successione lineare che garantisce – anche in quest’unica copia sopravvissuta, lacunosa e priva di didascalie – una narrazione fluida a dispetto dello stile aulico della scrittura dannunziana.

 

«Continua la interpretazione cinematografica delle opere dannunziane. Ce ne rallegriamo vivamente, perché la scelta denota una raffinatezza di gusto ed un criterio artistico di prim’ordine che onorano chi s’accinge all’ardua fatica.

La Casa Ambrosio, con severa coscienza, ha cominciato il lavoro e basta accennare semplicemente che protagonista efficace ne sarà la bella Elena Makowska per essere sicuri di un trionfale successo.»

[Recensione d’epoca in «L’arte muta», a. I, n. 2, 15 luglio 1916, p. 58 - Collezioni Museo Nazionale del Cinema di Torino / Collezioni online: Documenti del cinema muto torinese http://www.museocinema.it/collezioni/Muto.aspx]

 

Il restauro:

Il restauro di La fiaccola sotto il moggio è stato realizzato dalla Fondazione Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino a partire da una copia positiva nitrato colorata, priva di didascalie, conservata dalla Jugoslovenska Kinoteka di Belgrado. 

Il film è stato scansionato a una risoluzione di 4k e restaurato digitalmente a una risoluzione di 2K. La brochure d’epoca conservata dalla Biblioteca Comunale Centrale di Milano è stata la fonte per la ricostruzione delle didascalie italiane e dei titoli di testa. La grafica e la colorazione delle didascalie sono state desunte dalle didascalie su lastra e dalle copie nitrato della produzione Ambrosio Film coeva, conservate dal Museo del Cinema di Torino. Le lacune sono state segnalate con 10 fotogrammi neri; la copia misura 1045 metri ca. rispetto ai 1085 metri indicati sul visto di censura.

La lavorazione è stata effettuata presso il laboratorio l’Immagine Ritrovata di Bologna nel 2016.

 



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