Maciste imperatore
(1924) Regia: Guido Brignone –
Fotografia: Massimo Terzano –
Produzione: Fert-Pittaluga –
Lunghezza originale: 2134 m –
Lunghezza copia: 1650 m –
Didascalie: italiano –
Visto censura: 20004 del 31/10/1924 –
Prima Visione Romana: 04/11/1924 –
Interpreti e personaggi: Bartolomeo Pagano (Maciste), Domenico Gambino (Saetta), Armand Pouget (Stanos), Elena Sangro (Cinzia), Oreste Grandi (Osram), Augusto Bandini (cadetto/cadet Paintheroxskoski), Lola Romanos (Ginevra), Gero Zambuto (Maresciallo/Marshal Di Lothar), Raoul Mayllard (il principe/Prince Otis), Giuseppe Brignone (Conte/Count Oultz), Lorenzo Soderini (Barone/Baron Riembergk)
Il film:
Maciste approfitta nuovamente di una pausa dal lavoro di attore per raddrizzare i torti e castigare i cattivi, questa volta in nome della legittimità dinastica. Otis, principe del regno di Sirdagna, in attesa di salire al trono, vive in incognito in terra straniera; il malvagio reggente Stanos, però, è disposto a tutto per impedire l’insediamento del principe legittimo. La corte è luogo di pericoli e congiure, Otis è giovane e inesperto: per risolvere la situazione Maciste, su consiglio dell’amico Saetta, si sostituisce temporaneamente a lui, presentandosi in Sirdagna come principe ereditario; il popolo, affascinato dalla sua prestanza, lo acclama subito imperatore.
Ma Maciste è il “servo fedele” del vero re: puniti i nemici e sventati i pericoli riconsegna il potere nelle mani di Otis; un capitolo esplicitamente politico della saga del gigante buono. Nel populismo del temporaneo imperatore - che affascina la folla, spregia la burocrazia istituzionale e risolve le controversie con lo scontro fisico e il carisma - non è difficile ravvisare il riflesso della situazione politica italiana dell’epoca.
Il restauro:
Restaurato realizzato dalla Fondazione Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino a partire da una copia nitrato imbibita e virata con didascalie olandesi conservata dal Nederlands Filmmuseum di Amsterdam [EYE Film Institute Netherlands]. Il testo delle didascalie italiane è stato ricavato dal visto di censura e dagli elenchi didascalie conservati dal Museo di Torino; la grafica dei cartelli, delle didascalie e degli inserti sono stati ricostruiti grazie all’analisi delle copie e delle didascalie su lastra dei film Fert prodotti nello stesso periodo. Procedendo nell’inserimento didascalie sono state evidenziate alcune consistenti lacune; le didascalie afferenti alle immagini perdute sono state montate di seguito separate da dieci fotogrammi neri, al fine di permettere la miglior comprensione della vicenda. I documenti che riportano il soggetto originale del film hanno permesso una ulteriore verifica delle lacune e dell’ordine di montaggio della copia. Sono stati stampati un controtipo negativo e una copia positiva colorata con il metodo Desmet.
Restauro eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna nel 2007.